No no, non è
una disquisizione geografica o un articolo sulla viabilità del
nostro amato BelPaese…
Scherzi a
parte, per chi mastica qualcosina di PNL (Programmazione Neuro
Linguistica) “La mappa non è il territorio” saprà essere uno
dei presupposti della comunicazione e per certi versi, lo ritengo
quello più significativo… soprattutto quando si tratta di
rapportarsi con le altre persone, che sia un nostro genitore, il
nostro medico di fiducia, un vecchio compagno di scuola, un collega o
il nostro partner.
Chi sta
leggendo questo scritto, presumibilmente vive in una società
che ha delle regole prestabilite: regole di vita, regole morali,
regole comportamentali; e a queste si aggiunge il fatto che
siamo cresciuti in un contesto sociale (famiglia, amici;
ambienti) che ci ha sempre circondato, per noi questo è il
"mondo".. qualsiasi modo di interpretare la realtà che
siamo stati abituati a vedere fin da piccoli è per noi verità
assoluta.
Molte persone
crescono e vivono la propria esistenza credendo che la
propria visione della realtà
sia l’unica... ossia, rapportandosi con le situazioni che gli
succedono nella vita piuttosto che con le persone che incontrano
ponendo le "loro" esperienze e le loro regole come la base
su cui costruire tutto. Ed è qui che nascono i più grandi problemi
e le più svariate incomprensioni.
Quando, nelle
relazioni con le persone che ci circondano, ci comportiamo in questo
modo, cosa stiamo facendo? Stiamo commettendo un errore
abbastanza grossolano; diamo per scontato che l'altra persona abbia
il nostro stesso modo di interpretare le cose e di conseguenza ad un
comportamento piuttosto che ad un'azione che questa intraprende gli
appiccichiamo un determinato significato... il nostro!
Riporto un
esempio un po’ "estremo" così da evidenziare il
significato del concetto che sto spiegando
La
morte. Secondo i nostri usi e costumi la "perdita"
di una persona cara è sempre un momento triste e doloroso... se
assistiamo ad un funerale è la normalità trovarci di
fronte persone tristi, in lacrime, sconfortate e sofferenti.
Se al contrario dovesse esserci qualcuno che si comporta in
modo diverso, anzi, sorridente ed entusiasta di quel momento, non
sarebbe strano farsi delle domande... anzi... giudicarlo insensibile
o menefreghista nei confronti del dolore delle persone che sono li,
piuttosto che indifferente nei confronti del defunto.
Ora facciamo
un salto in un'altra parte del mondo... A Bali.
Un
funerale, da quelle parti, ha un aspetto completamente diverso.
L'usanza vuole che la dipartita di un caro debba essere un momento di
festa e divertimento... si deve gioire per il fatto che la persona
morta è rinata in una vita migliore; tanto che se vi imbattete in un
festoso corteo funebre sarete pure invitati a partecipare ai
festeggiamenti. Diversamente da noi, una persona disperata o in
lacrime verrebbe giudicata egoista e per nulla interessata al bene
del defunto ma piuttosto concentrata su se stessa e al fatto che non
potrà più rivederlo.
Ora, è
facilmente comprensibile come se nel primo caso dovessimo attribuire
il significato del secondo, o viceversa, ne uscirebbe un disastro di
incomprensioni e pregiudizi.
Questo
è un esempio che mette a confronto due culture diverse, ma che ben
si può applicare anche in situazioni quotidiane dove a scontrarsi
sono le nostre regole più intime.
Da
quando sono nato mi hanno sempre insegnato che un buon amico è
quello che ti sta sempre vicino, con il quale ci si sente ogni
giorno... che ti da la priorità rispetto a tutto il resto.
Al
tuo "amico" invece è andata in modo diverso, per lui il
valore dell'amicizia significa sentirsi più di rado... magari
incontrarsi soltanto una volta al mese, ma quella volta che succede,
avere la fiducia di sviscerare anche le cose più intime.
Ecco che
abbiamo due modelli di amicizia diversi! ...gestiti da regole
di vita diverse.
Se queste due
persone dovessero cominciare a valutare un amico con le proprie
"regole", potrebbero essere due persone splendide ma
incapaci di stringere una qualsiasi relazione di amicizia.
Pertanto
la Mappa non è il territorio, ossia... gli avvenimenti che viviamo o
i comportamenti che riscontriamo nel rapportarci con gli altri non
sempre corrispondono al significato che ci appiccichiamo noi...
anzi.. quasi mai.
Il
segreto per migliorare la propria qualità di vita e di relazioni è
proprio questo... astenersi il più possibile dal giudizio e dar
abbondante spazio alla comprensione.
Si
sentono spesso notizie del tipo: “uccide la moglie e si suicida”;
e per assurdo anche un avvenimento di questo tipo può essere
compreso! Non dico che debba essere giustificato...
assolutamente... ma compreso si.
Provate
ad immaginare che vi immergano la testa sott'acqua... cercherete
sicuramente di liberarvi! ...ma ad un certo punto, quando vi mancherà
l'aria, scatterà l'istinto di sopravvivenza (si attiva il cervello
rettile) e farete di tutto pur di liberarvi, anche uccidere chi vi
sta tenendo sott'acqua... potrebbe essere il vostro migliore amico ma
l'istinto di sopravvivenza ha la priorità di farvi respirare.
Un
rapporto di coppia spesso è uno strumento con il quale andiamo a
soddisfare la maggior parte dei nostri bisogni fondamentali, di
sicuro quello di “amore/unione”, quello di importanza e
soprattutto quello di sicurezza.
Ora,
immaginate che il partner ad un tratto, insoddisfatto per la
relazione, decide di troncarla; quali possono essere le conseguenze?
Le
conseguenze sono che la persona “lasciata” si sentirà mancare la
terra sotto i piedi, gli mancherà letteralmente l'aria nei
polmoni... ed anche in questo caso si attiva il cervello rettile...
Tant'è
vero che poi, quando la persona torna il sé e si rende conto di ciò
che ha fatto, nella maggior parte dei casi si toglie la vita.
Si capisce l'importanza di non giudicare la persona? Spesso e volentieri sono le circostanze che portano le persone a comportarsi in un modo piuttosto che in un altro... ad essere giudicate dovrebbero essere sempre le azioni e non le persone che le hanno compiute.
Si capisce l'importanza di non giudicare la persona? Spesso e volentieri sono le circostanze che portano le persone a comportarsi in un modo piuttosto che in un altro... ad essere giudicate dovrebbero essere sempre le azioni e non le persone che le hanno compiute.
Quello
che una persona desiderosa di migliorarsi deve cercare di sviluppare
il più possibile è la capacità di comprensione e di vedere le cose
da più punti di vista; non esiste una verità oggettiva e quando
viviamo la vita in quel modo, commettiamo errori continui nella
valutazione delle situazioni e di conseguenza nel modo di reagire
alle cose.
Crescita
significa soprattutto questo... liberarci dalle regole inutili... Le
regole dovrebbero essere poche e solo sulle questioni importanti!
Quando prendiamo delle decisioni nella nostra vita, magari in
relazione a qualche nostro rapporto, facciamolo sempre in assenza di
giudizio.
Esempio:
Il mio amico mi assilla ogni giorno perché per lui essere amici
significa quello.. essere sempre e costantemente in contatto...
Capisco che quella è una sua regola ed un suo limite... lo accetto
per quello che è ma scelgo di limitare la "relazione" che
si è creata per arginare inutili e ripetute discussioni.
Le
soluzioni potrebbero essere anche altre, la cosa importante è
sceglierle per il motivo giusto..
Una
conclusione del tipo: "mi assilla tutti i giorni, non lo reggo
più, è un idiota che non riesce a capirlo" sarebbe
superficiale e limitata.
Ricordiamo
che nella vita o decidiamo di crescere e vedere le cose da più punti
di vista, maturando così la possibilità di scegliere le nostre
azioni; oppure ci faremo guidare dalle nostre emozioni, lasciando
inconsciamente a loro la responsabilità di scelta.. che potrebbe
facilmente significare il vedere la nostra vita trascinata in
direzioni che non vorremmo.
Vale
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